E per la strada gridavan i scioperanti.
Non più vogliam da voi esser sfruttati.
siam liberi, siam forti e siamo tanti,
e viver non vogliam di carcerati.
E nelle stalle, più non vogliam morir.
è giunta l’ora, siam stanchi di soffrir.
Ma da lontano giungono i soldati,
avanti tutti assieme coi padroni,
e contro gli scioperantì disarmati,
s’avanzan sguainando gli squadroni.
Essi non fuggono, forti del loro ardir.
i figli del lavoro son pronti anche a morir.
Eppur convien restar senza dolore,
pronti a soffrir la fame e ogni tormento ;
bisogna far tacer pur anche il cuore,
di madre il puro affetto e il sentimento.
Sebbene oppressi e torturati ancor,
noi combattiamo sempre, combatteremo ognor.
E presto il dì verrà che, vittoriosi,
vedrem la redenzion nell’albeggiare.
muti staran crumìri e paurosi
vedendo l’idea nostra trionfare.
Così, il lavoro redento alfin sarà
_ e il sol del socialismo su noi splendera.